UN VIAGGIO FATTO DI LUOGHI CHE NON POTREBBERO ESISTERE SENZA L’ELEMENTO UMANO, DI UN OVEST SPESSO COMPLESSO MA LIBERO E DI UN EST DAL PASSATO TALVOLTA OPPRIMENTE MA, IN FONDO, PIÙ SEMPLICE. UN FOTOGRAFO CHE È SEMPRE E SOLTANTO UNO SPETTATORE DI PASSAGGIO.
Gli scatti presentati sono solo una parte di una più ampia ma non meno significativa selezione e sintetizzano il percorso che l’autore ha intrapreso partendo da Kiev per raggiungere, attraverso svariati mezzi di trasporto collettivi (le marshrùtka, per l’appunto) e tappe, Helsinki.
Un viaggio fatto di luoghi che non potrebbero esistere senza l’elemento umano, senza le persone che diventano il fulcro di un racconto fatto di nuove e vecchie generazioni, di occhi che ammiccano a sguardi spaesati, di una trasformazione e dei suoi contrasti. Unici.
Di un ovest spesso complesso ma libero e di un passato talvolta opprimente ma, in fondo, più semplice.
Marzio è un viaggiatore, come ogni fotografo reportagista dovrebbe in fondo essere, che riesce a raccontare, con pochi elementi, di luoghi e persone senza trascendere l’equilibrio tra le regole spaziali della fotografia e l’istante che annulla il tempo.
Il fotografo è in movimento, e la fotografia è un movimento (anche se, talvolta, “falso”).
E tra le fonti di ispirazione citate i richiami ad Alex Webb e delle sue produzioni a colori (soprattutto “Istanbul: città dai 100 nomi”) sono impliciti, sottili: le immagini di Marzio suggeriscono scenari talvolta complessi in cui ritrovare un ordine negli elementi di una sorta di composizione stratificata, di più livelli di profondità.
Ed il senso, l’essenza del fotografo e del suo relazionarsi col circostante è racchiuso nelle parole che Marzio dice di sé: ”ciò che riesco a catturare è figlio di un continuo spostamento in un percorso dove sono solo uno spettatore di passaggio.“
Walter Borghisani
Marzio Toniolo alla Torrefazione Vittoria, a Cremona, dal 20 dicembre 2019 al 15 febbraio 2020.